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Chiacchiere femministe e stregatti patriarcali

Posted on Feb 26, 2015 by in Cipria Mood | 0 comments

Cipria Suffragette| 07.03.15| Eric ‘Dunks’ Duncan+ Dj Kaos + Dj Hendrix
In una serata qualsiasi, durante un aperitivo qualsiasi, in un gruppo di amici e amiche qualsiasi, la
protagonista di questo mini aneddoto pronuncia quella fatidica parola che ha il potere di provocare
inaspettate reazioni.
La nostra protagonista ha candidamente pronunciato quelle 10 lettere. Nemmeno tante. Magiche.
Paurose. «Femminismo» dice l’incauta protagonista della nostra storia. Quella parola che misteriosa, che odora un po’ di libro vecchio, che evoca talvolta l’immagine della vicina di casa gattara, della zia che non si è mai sposata.
Nel nostro immaginario collettivo “femminismo” è diventata una parola il cui significato è stato associato spesso ad una serie di immagini negative con lo scopo di depotenziarne la carica trasformatrice. Con questa parola – coniata verso la fine dell’Ottocento – le donne rivendicavano diritti uguali a quelli degli uomini. Suffragette scatenate, spinte dalla volontà di cambiare il mondo e la propria vita, nel corso dei decenni divennero donne che – ottenuto il diritto di voto – chiedevano la libertà di costruire il proprio ruolo nella società indipendentemente dagli stereotipi e dai modelli imposti – i più gettonati: moglie devota e madre amorevole – donne che hanno lottato per la libertà di decidere del proprio corpo e della propria vita.
“Femminismo” è quindi una parola positiva, piena di entusiasmo, gioia e libertà.
La protagonista del nostro mini aneddoto, pronunciando la fatidica parola, provoca alcune reazioni nel gruppo di amiche e amici qualsiasi che popolano la nostra storia. Un’amica qualsiasi della nostra qualsiasi protagonista dichiara : «Del femminismo, nel 2015, le donne non hanno più bisogno!». Un’altra replica: «ma anche Beyoncè adesso è femminista quindi tanto male non farà».
La nostra amica qualsiasi numero due ha colto nel segno: tanto male non fa. Il femminismo o il definirsi femminista non fa male, a nessuno, nemmeno agli uomini. Richiedere che alcune libertà fondamentali fossero garantite non solo agli uomini ma anche alle donne non ha privato gli uomini di tali libertà. Ma questo, come dicevamo, accadde in un tempo lontano lontano…
E adesso? E oggi?
L’amica qualsiasi numero uno e la sua provocazione riflettono un’opinione piuttosto diffusa: il femminismo nel 2015 non serve a niente. Dubbio da cui nasce spontanea la domanda: a cosa serve oggi il femminismo?
La nostra protagonista incauta che ha pronunciato la parola non qualsiasi durante un’uscita qualsiasi risponderebbe che il femminismo ad oggi serve perché viviamo in un sistema culturale e simbolico che continua a considerare le donne prevalentemente come degli oggetti o, nel migliore dei casi, come dei soggetti deboli da tutelare. Seppur messo profondamente in crisi dalle tante e intense lotte delle suffragette, delle femministe e di tutte quelle donne (ma anche uomini) hanno lottato per una società più equa e giusta, questo sistema permane. Sta spesso rintanato e nascosto, appare per un attimo e poi scompare… una specie di stregatto. Compare quando cammini per la strada e qualcuno ti fa un apprezzamento volgare non richiesto, appare quando il tuo capo fa una battuta sessista, si fa vedere appena dietro un cartellone pubblicitario che accosta in maniera improbabile un set di attrezzi per il fai da te ad una modella seminuda, si rivela negli innumerevoli casi di violenza che nel mondo colpiscono almeno una volta nella vita una donna su tre.
Questo sistema si rafforza quando le donne sono ricondotte a ruoli stereotipati e quando nei media esse divengono oggetto: per vendere, per pubblicizzare qualsiasi cosa, per abbellire un programma televisivo, oggetti, solo corpi a disposizione dello sguardo altrui, sguardo prevalentemente maschile.
Il femminismo aiuta in primis a fare proprio questo: a riconoscere lo stregatto patriarcale, ad affinare lo sguardo e scovarlo nella vita di tutti i giorni. Presa di coscienza.
Il femminismo, questa parolina magica, richiede e auspica libertà per le donne (ma anche per gli uomini) dagli stereotipi e dai modelli imposti a tutte e tutti da una società che ci vuole individui singoli ed isolati, dunque, soli.
Il femminismo partendo non dal singolo ma dalla relazione, intende costruire una società più equa, più libera e più felice per tutte e per tutti e far sparire lo stregatto, ma solo quello patriarcale.

 LOGO-LIBRERIA-DELLE-DONNE Post by Laura Capuzzo – Femminile Plurale

Laura Capuzzo, con Ilaria Durigon e Chiara Melloni, gestisce dal 2009 il blog Femminile Plurale.
Nel dicembre 2014 hanno lanciato il progetto #Lìbrati! Sostieni la Libreria delle donne di Padova, un progetto che si propone di aprire una Libreria delle donne a Padova, una libreria specializzata sul mondo culturale femminile: arte, poesia, letteratura, studi di genere. Un luogo di incontro, di relazione e di condivisione, dove stare bene e divertirsi. Per sostenere la nascita della Libreria delle donne di Padova è partita una campagna di crowdfunding che proseguirà fino a marzo.
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